La gestione ambientale
I Sistemi di gestione integrati e certificati secondo le norme UNI EN ISO sono implementati, o in via di implementazione, nella maggior parte delle Società (si veda il capitolo Corporate governance e sistemi di gestione in L’identità aziendale). La Holding stessa ha un Sistema di gestione integrato, Qualità, Ambiente, Sicurezza ed Energia, che agevola la compliance ambientale, ed una Politica di Sostenibilità e del Sistema QASE, che orienta l’approccio del Gruppo al rispetto e alla tutela dell’ambiente, anche in coerenza con i principi indicati nel Codice Etico, rinnovato nel 2018.
L’impegno delle Società operative per mantenere efficiente il sistema di gestione delle tematiche ambientali non esclude il verificarsi di situazioni, di solito provocate da circostanze contingenti, che generano non conformità passibili di contestazione da parte degli Organi di controllo competenti.
Nel corso dell’anno si sono registrate circa 180 controversie di natura ambientale che hanno coinvolto le principali Società operative. Nel 2018 l’importo pagato per multe conseguenti agli esiti di tale tipologia di controversie è stato di circa 140.000 euro.
È da segnalare che l’impianto di Aprilia, posto sotto sequestro preventivo nel 2017 dalla Procura di Latina, per aspetti correlati alle emissioni odorigene, dal mese di aprile dell’anno in esame, pur nella vigenza del dispositivo della Procura, ha potuto riavviare le attività, in condizioni prossime a quelle di regime, avendo Acea dato riscontro alle diffide ad adempiere prescritte dalle autorità preposte (Arpa, Regione Lazio, NOE).
I reclami ambientali dei singoli utenti non sono sistematicamente monitorati, se non in modo indiretto. La maggior parte delle Società del Gruppo – come, ad esempio, Acea Ato 2, Acea Ato 5, Gesesa e le Società dell’Area Ambiente –, infatti, riceve segnalazioni principalmente da parte di Organi di controllo o da altri Enti preposti, cui si rivolgono i singoli cittadini. Gli Enti agiscono pertanto in autonomia con controlli in sito e, a volte, avviano procedimenti o irrogano sanzioni, come sopra accennato. In via eccezionale, può accadere che le Società ricevano da singole persone segnalazioni significative; in questo caso vengono verificate e, ove opportuno, si interviene per risolverle.
Nel caso di Areti, inoltre, nell’ambito della distribuzione di energia, possono presentarsi osservazioni inerenti a presunti danni ambientali, in caso di immobili che ospitano impianti elettrici. Si tratta, tuttavia, di impianti indispensabili per il corretto esercizio della rete di distribuzione dell’energia elettrica, realizzati da Areti a seguito di autorizzazioni concesse da parte degli Organi tutori del territorio e pertanto pienamente conformi alla normativa di riferimento, compresa
quella urbanistica ed ambientale106. L’Unità Patrimonio, che opera in difesa degli asset aziendali, riceve le note di contestazione da parte dei proprietari degli immobili che ospitano gli elettrodotti/cabine di trasformazione, e, a seguire, l’Unità Sicurezza effettua le verifiche strumentali in riscontro alle contestazioni. Nel 2018 sono state trattate e chiuse con esito positivo 4 verifiche ambientali (concernenti campi elettromagnetici di cabine di trasformazione).
[106] Il riferimento normativo ambientale è in questo caso il D.P.C.M 8 luglio 2003.
La gestione e il controllo di attività con impatti ambientali
Il Gruppo monitora i processi che hanno potenziale capacità di generare impatti ambientali ed in particolare le attività che necessitano dell’uso, o prevedono la presenza negli impianti, di materiali intrinsecamente pericolosi, come ad esempio l’esafluoruro di zolfo, il radon e l’olio dielettrico
Per quanto riguarda quest’ultimo, in particolare, Areti ha proseguito anche nel 2018 la sperimentazione con olio vegetale. L’olio dielettrico, infatti, è una sostanza utilizzata come fluido isolante e di raffreddamento nei trasformatori di potenza, che presenta caratteristiche tecnologiche vantaggiose ed anche alcune criticità ambientali legate alla sua natura chimica di derivato del petrolio. La sperimentazione, avviata già da qualche anno, si basa sull’utilizzo di un liquido isolante di origine vegetale (esteri naturali), che ha caratteristiche elettriche e fisiche simili all’olio di origine minerale, ma i rilevanti vantaggi di una più elevata temperatura di infiammabilità e di una totale biodegradabilità e riutilizzabilità a fine vita. La sperimentazione in corso, al fine cautelativo di massimizzare la confidenza con tale nuovo prodotto riducendo al minimo eventuali rischi e/o difetti connessi con il suo utilizzo, riguarda tre trasformatori MT/BT, progettati e costruiti allo scopo (due con potenza pari a 400 kVA e il terzo con potenza pari a 630 kVA messi in esercizio nel 2015.