I Piani di sicurezza dell’acqua

L’implementazione dei Piani di Sicurezza dell’Acqua (PSA) o Water Safety Plan (WSP) è stabilita per tutti i sistemi idrici dal Decreto del Ministero della Salute del 14.06.2017 in attuazione della Direttiva dell’Unione Europea 2015/1787, che ha fatto propria la metodologia dei WSP elaborata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (World Health organization – WHO). La citata Direttiva 1787 modifica gli allegati della Direttiva europea “Acqua Potabile” (Drinking Water Directive), 98/83/CE, oggi in corso di revisione da parte del Parlamento Europeo e del Consiglio. Essa stabilirà l’obbligatorietà dei PSA e nell’attuale bozza è previsto un termine di sei anni per l’implementazione degli stessi.

L’approccio dei PSA è quello di prevenire e ridurre i rischi inerenti al servizio idrico potabile, valutando gli eventi pericolosi lungo l’intera catena dell’approvvigionamento idrico comprendente captazione, trattamento e distribuzione fino al contatore di utenza. Il rischio è calcolato in funzione della gravità e della probabilità dell’evento di inquinamento o carenza idrica. In base a tale valutazione sono definiti: gli interventi per mitigare i rischi, i sistemi di monitoraggio, le procedure operative in condizioni ordinarie e di emergenza, il piano dei controlli della qualità dell’acqua, le modalità di informazione della cittadinanza e delle autorità competenti ecc. I PSA devono inoltre essere costantemente aggiornati tenendo conto dello sviluppo degli impianti, della evoluzione del contesto normativo e dei cambiamenti climatici ed ambientali. L’implementazione dei PSA, infine, deve essere realizzata secondo metodologie internazionalmente riconosciute elaborate dal WHO. In Italia, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha introdotto le linee guida della WHO e dovrà, pertanto, approvare i PSA.

I Water safety Plan per Acea Ato 2

In Acea Ato 2 l’implementazione dei piani di sicurezza dell’acqua (PSA) interesserà, nei primi due anni, il sistema idrico alimentato dal nuovo impianto di trattamento (potabilizzazione) delle acque del Tevere ubicato in località Grottarossa e la rete idrica d’innaffiamento del Comune di Roma e del Vaticano, oggi alimentati dall’Acquedotto Paolo, con acqua non potabile derivata dal Tevere. La valutazione dei rischi sanitari di quest’ultimo sistema, non potabile, è compresa nel piano sicurezza ed è con esso interconnessa, poiché l’Acquedotto Paolo non sarà più alimentato da acqua derivata dal Tevere bensì dalle acque reflue, opportunamente trattate, del depuratore COBIS.
A partire dal secondo semestre del 2019 sarà avviato il PSA per il sistema idrico alimentato da altri acquedotti, principalmente a servizio di Roma e Fiumicino.

Nel 2018 è stato costituito il team del PSA al quale partecipano, insieme al personale Acea anche rappresentanti degli enti interessati; sono stati creati una piattaforma web con gli stessi enti nella quale sono pubblicati i documenti elaborati e un ambiente web/GIS dove sono raccolti i dati degli impianti oggetto del PSA. È stata, inoltre, effettuata e condivisa con gli Enti la valutazione dei rischi per il sistema idrico alimentato dal nuovo impianto di Grottarossa. A tal fine sono state eseguite visite ispettive sugli impianti e redatte chek- list secondo le linee guida del WHO.
Acea Ato 2 ha, infine, attivato collaborazioni con i maggiori operatori del settore idrico per condividere esperienze e best practice.

In Acea Ato 5 e in Gesesa, come attività preliminare alla redazione del Piani di Sicurezza dell’acqua (PSA), diversi dipendenti hanno frequentato il “Corso di Formazione nazionale per team leader per l’implementazione dei Piani di Sicurezza dell’acqua (PSA)” organizzato dall’ISS e dal Ministero della Salute.